aʁɫuɣ

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lunedì 13 luglio 2015

Voyager 2.0 di mauro Ferro

Ho trascorso un week end di test a Cerro sul Lago Maggiore.

Ho verificato se il problema alla mia schiena fosse migliorato.
Ho collaudato l'impianto fotovoltaico nuovo del Baidarka.
Ho provato il secondo modello di Voyager messo in acqua Sabato per la prima volta.

Schiena: và meglino ma il problema rimane, ho tempo poche settimana prima della partenza per la Sicilia per rimettermi al 100%

Impianto fotovoltaico: tutto sommato bene. Il test era solo meccanico, volevo verificare la soluzione dei supporti al ponte e l'alloggiamento cavi. Una piccola verifica (azzardo?) della tenuta del passaparete che, al momento non ha guarnizioni ed infine il primo collegamento tra il pannello e la batteria.

Metto tutte le informazioni sul post che dedicherò al pannello solare fotovoltaico del kayak.
In sintesi, le soluzioni vanno bene, sono da migliorare i due fermi centrali del pannello e l'alloggiamento dei cavi sul ponte - troppo esposti.

Sabato una giornata piena di sole, il pannello lo ho utilizzato per una oretta in navigazione, bagnandolo di tanto in tanto, il regolatore era molto caldo ma non più del tappo di gomma del gavone li di fianco.

Ho stupidamente dimenticato il tester, in ogni caso le prove elettriche, di efficienza e di carica scarica le farò nelle prossime settimane a casa.

Voyager.

Mauro è riuscito a ritirare da Sandro il secondo Voyager giusto in tempo per allestirlo e metterlo in acqua prima di partire.


il babbo e la sua creatura

 Giallo è splendido!
Visto che Tatiana era occupata con il corso di Rolling, le ho fregato il posto e lo ho provato prima di lei!  ;-P

Voglio esprimere le mie sensazioni - non è una recensione ma mi và di parlarne.

Sembra leggermente più instabile (stabilità primaria), in particolar modo da fermo, probabilmente perchè è in carbon-kevlar e più leggero del suo fratello bianco in vetroresina.

Una volta avviato la sensazione sparisce lasciando il piacere della progressione. La passata in acqua della pagaia restituisce allo scafo una velocità fluida, non esplosiva ma che incrementa ad ogni colpo e ti spinge a lanciarla ancora ed ancora ...

La peculiarità dello scafo a V profonda è dare direzionalità al kayak sfruttando le energie per la propulsione in avanti piuttosto che per correggere la rotta , la lunghezza di 5,85 m e la ridotta larghezza di 50 cm contribuiscono ad enfatizzare le forme idrodinamiche ottimizzando lo slancio e la stabilità secondaria in mari difficili.

Tutto ciò ha un costo; da fermo in acqua  è meglio avere da subito le idee chiare sulla direzione da prendere perchè invertire la rotta è un vero e proprio lavoro di manovre e pagaiate circolari.
Sbandare lo scafo facendolo lavorare sui fianchi invece che sulla chiglia aiuta parecchio.

Stabilità secondaria

Le condizioni del Lago maggiore solitamente non sono quelle di onda o vento impegnativi, quando questi fenomeni si presentano sono spesso violenti, in quel contesto ho altro da fare che pensare a provare kayak ...

Questo appena trascorso invece era un tranquillo we estivo, lago calmo e leggera brezza, per i brevi giri di prova ho quindi  approfittato di ogni maleducato "pilota" di motoscafo per cercare onde e piccole lavatrici per saggiare la mia capacità di cavalcare il Voyager.

Il comportamento è simile al Baidarka, traiettorie decise, fluido nel proseguire il suo cammino, senza sbandamenti o intraversamenti e poco incline al gioco, forse un pò più nervoso ma le barche erano scariche ed io poco propenso a dare loro troppa confidenza.

La caratteristica che mi intriga di questi scafi è il comportamento omogeneo in condizioni di mare completamente differenti, sia con la piatta che nel casino hai sotto il culo un kayak che risponde in modo sorprendentemente sincero.

Spero che Sandro di CS Canoe li riesca a produrre presto!


Baidarka, Voyager 1.0 e 2.0

differenti modi di intendere di cosa è un kayak ...

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